Costi, utilizzi, vantaggi, consumi: la smart automation sotto la lente d’ingrandimento di un esperto del settore

Domotica, home automation, smart building… Sono diversi i nomi sotto cui si presenta la vera rivoluzione del vivere domestico. Ma cosa significa davvero? E soprattutto cosa comporta a livello pratico in termini di uso? Queste e altre domande le abbiamo sottoposte a Gianpaolo Monti, responsabile progettazione e sistemi integrati di BTicino, azienda che da oltre 20 anni si occupa di tecnologie dedicate.

 

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1. Domotica e costi

Rispetto a un impianto tradizionale la tecnologia domotica ha costi maggiori, anche se oggi si sono ridotti sensibilmente. La corretta valutazione del costo di un impianto non deve essere basata solo sul prezzo del dispositivo in sé ma anche valutata in termini di manodopera d’installazione e dell’incidenza del costo dei cavi: in alcuni casi la logica distribuita dei sistemi domotici è anche vincente rispetto a un sistema a logica cablata (impianto tradizionale). Quello che è cambiato moltissimo è il rapporto costi/prestazioni: da un lato i primi sono diminuiti anche perché spesso l’interfaccia utente è scorporata dall’impianto domotico in quanto oggi consiste in un tablet o smartphone. Questi oggetti touch che ognuno di noi ha già, offrono un vantaggio accessibile oggi a tutti: le app hanno favorito l’integrazione delle funzioni, favorendo il calo dei prezzi e l’aumento delle prestazioni. Tutto ciò ha fatto sì che l’automazione domestica divenisse ancor più accessibile. Il passo che ci permetterà di andare ancora più oltre sarà costituito dal fatto che un utente, tramite questi dispositivi mobile accederà a funzioni gratuite e sempre più centrate sui suoi effettivi bisogni, aspettative che prima era difficile realizzare se non a costi notevolmente alti.

2. Domotica e utilizzi pratici

Grazie alle nuove tecnologie (per esempio, il nuovo videocitofono BTicino serie Eliot Classe 300X13E) è, e sarà, sempre più facile passare al livello di gestione che chiede l’utente che non vuole certo sapere cosa ci sia dentro e dietro all’impianto, ma ha bisogno di verificare attraverso il suo smartphone se, per esempio, uscendo di casa ha inserito o no l’allarme e, se non l’ha attivato, farlo da remoto.
Pensiamo anche all’uso in materia di efficienza energetica: per esempio, posso controllare se e quanto sta producendo il mio impianto fotovoltaico oppure se è possibile alimentare in quel momento la lavatrice a costi inferiori. Sono le classiche richieste di una vera casa domotica capace di offrire risposte concrete a domande pratiche in modo semplice per l’utente e non solo, e a prezzi davvero ridotti a parità di benefici.
Sempre in tema di efficienza, i primi apparecchi prototipo della domotica erano gli interruttori orari o i crono termostati che integravano delle funzioni di monitoraggio della temperatura con funzioni di controllo temporale. Oggi in un normale smartphone è già disponibile un’analoga funzione di temporizzazione.

3. Domotica e risparmio energetico

La domotica ha in sé il “germe” dell’automazione. Realizzare un impianto di automazione significa mettere a punto un sistema di comunicazione tra n ingressi ed n uscite, accoppiandoli opportunamente a funzioni di “trasferimento” cioè funzioni che trasferiscono il legame “causa-effetto”. L’automazione domestica, si basa su un protocollo seriale cioè: l’informazione generata da un dispositivo viene immessa in rete e raggiunge tutti i dispositivi del sistema. Solo il dispositivo abilitato a ricevere quell’informazione, la legge e si comporterà in base alla sua configurazione precaricata. Questo permette, a chi fa automazione, di controllare da un unico punto tutte le variabili. Quindi, può modificare le associazioni fra dispositivi e le loro funzioni, ottimizzarle, senza dover modificare il cablaggio degli oggetti fisici. Ed è qui che l’automazione domestica gioca un ruolo fondamentale nel risparmio energetico perché grazie ad essa è possibile disporre di un impianto in grado di essere opportunamente tarato dopo aver acquisito le informazioni monitorate. Inoltre è possibile aggiungere un sensore adatto a ottenere un ulteriore parametro, per esempio, la temperatura di un determinato locale dove chi abita passa la maggior parte del tempo domestico. Questo può essere realizzato anche attraverso la tecnologia wireless, a posteriori, dopo la fase progettuale.

4. Domotica, gestione dati e Internet of Things

La domotica ha reso “digitali” e quindi disponibili in rete le informazioni di gestione degli impianti tecnologici. Questo ha permesso da un lato di semplificare l’interazione utente-impianto, dall’altro ha aperto una possibile porta a intrusioni, nel sistema di gestione, di utenti non voluti. Tramite le soluzioni tecnologiche presenti sul mercato come quelle di BTicino, è possibile stabilire filtri di accesso dati, a seconda del profilo utente: cliente, installatore, amministratore di sistema. Anche l’accesso da remoto utilizzando un device qualsiasi abilitato alla connessione in rete internet diventa quindi sicuro.
L’Internet of Things consente di standardizzare il protocollo di comunicazione fra device generici e l’impianto. Questo semplifica molto le cose, superando il limite delle differenti configurazioni rendendo possibile, compatibilmente con i filtri inseriti in fase di configurazione iniziale, la configurazione dell’impianto direttamente da parte dall’utente finale. L’IoT uniforma la comunicazione: è partito inizialmente come complemento delle applicazioni di automazione industriale, ma oggi si è evoluta espandendo i suoi campi di applicazione proprio pensando all’utente finale e all’installazione residenziale e alla smart home. A loro volta queste applicazioni dell’IoT stanno influenzando i sistemi di supervisione e monitoraggio della distribuzione di energia di potenza anche ai fini del risparmio energetico.

5. Domotica e consumi

Il sistema di automazione domestica di un’abitazione costituisce il “cervello” che controlla i sistemi tecnologici. Volendo essere rigorosi nella valutazione dei consumi energetici, sarebbe corretto anche considerare l’alimentazione del sistema di controllo affinché sia permanentemente vigile.
Facendo questo esame ci si accorge che generalmente tale valore non è bassissimo: in genere è pari al 5/6% della bolletta annuale, ma se confrontato con i risparmi che tale sistema consente di realizzare in modo totalmente automatico, dal 30% al 50%, è del tutto trascurabile.
L’ottenimento dei più alti valori di risparmio energetico è realizzato grazie alla capacità del sistema di attuare i carichi (luci, elettrodomestici, spese energia…) a secondo degli effettivi bisogni e di comunicare in modo semplice all’utente il profilo di utilizzo per renderlo consapevole del consumo energetico istantaneo delle apparecchiature attive.

Fonte: www.tecneco.it

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